Bandi Linea A

PROECO

Utilization of functional substances in post-fermentation residues of probiotic bacteria
Chimica verde
sp2 proeco big
Scheda del progetto
Data
Data avvio
Valore
Valore totale
€ 190.971,68
Durata
Durata
18 mesi
Investimento
Investimento nodes
€ 108.382,50

Il mercato dei probiotici si sta espandendo grazie al sempre più consolidato potenziale benefico sulla salute. La produzione dei probiotici porta alla produzione di rifiuti (cosiddetti brodi esausti) che contengono sostanze che sono ancora preziose. PRO-ECO vuole minimizzare la quantità di rifiuti da smaltire derivanti dal processo di produzione dei probiotici. Per fare ciò, studia come estrarre componenti di valore dai brodi esausti per produrre bevande e integratori postbiotici (ovvero le cellule batteriche rimaste, che verranno sottoposte ad inattivazione, i sottoprodotti o metaboliti post fermentazione). Una volta estratti e purificati, i composti postbiotici possono essere utilizzati come ingredienti funzionali, cosmetici e prodotti per la cura della persona, additivi per mangimi e applicazioni agricole. 

 

Contatti:

Giancarla Dondi, gdondi@progefarm.it

La sfida
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Per ridurre al minimo i rifiuti e massimizzare l'utilizzo delle risorse, alcuni produttori esplorano le opzioni per il recupero delle risorse dai rifiuti di fermentazione. Finora inesplorato è invece il recupero della biomassa (vitale e non vitale) che non viene separata dalla parte liquida durante le procedure di concentrazione che seguono la fermentazione e precedono la liofilizzazione. 

Perchè è innovativo
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L’idea di PRO-ECO è innovativa poiché unisce la produzione di probiotici a quella di postbiotici in modo da massimizzare la produzione e diminuire gli sprechi e i costi. L'innovazione, inoltre, ha rilevanza internazionale, visto il tipo di mercato di questi prodotti e la presenza dell'azienda sui mercati internazionali. 

Impatto su chi lo usa
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Il primo impatto atteso e immediato che si otterrà dal progetto è il risparmio sullo smaltimento dei rifiuti (20.000 / 50.000 € / anno). Il secondo impatto è l’ottenimento di una nuova tipologia di ingrediente, più facile da commercializzare in quanto non farmaceutico ma di grado alimentare