Dolore e cervello: un nuovo approccio nutraceutico che svela il potenziale analgesico di una combinazione naturale contro l'infiammazione

Una ricerca condotta dal Laboratorio di Fisiologia del DISSTE, Università del Piemonte Orientale, mostra come la combinazione di due sostanze, quali Palmitoiletanolamide (PEA) ed Equisetum arvense L. (Equiseto), sia in grado di agire direttamente sul cervello riuscendo così a ridurre dolore e infiammazione, dopo aver superato la barriera ematoencefalica.
Il dolore cronico e le neuropatie rappresentato una sfida per milioni di persone nel mondo, spesso trattate con farmaci che, pur efficaci, possono causare effetti collaterali significativi. La ricerca scientifica si sta orientando sempre di più verso soluzioni naturali e complementari, proprio come è stato effettuato da una recente ricerca condotta dal Research Module 2 di TINCARE del progetto NODES, pubblicata sulla rivista scientifica Nutrients (MDPI) che aggiunge un tassello importante in questa direzione.
Nel dettaglio è stato studiato in vitro il comportamento di una formulazione composta da PEA, una molecola lipidica con proprietà antiinfiammatorie, ed estratto di Equiseto, una pianta utilizzata tradizionalmente per le sue proprietà antiossidanti. Utilizzando un modello cellulare avanzato che simula la barriera ematoencefalica (BBB) validato in letterature scientifica, è stato osservato che questa combinazione non solo riesce ad attraversare efficacemente la barriera che protegge il cervello, ma esercita anche un'azione diretta sulle cellule nervose e glieli coinvolti nei meccanismi del dolore.
I risultati sono promettenti: la miscela ha migliorato la vitalità cellulare, ridotto lo stress ossidativo e abbassato i livelli di molecole infiammatorie. Inoltre, ha modulato positivamente alcuni meccanismi intracellulari chiave legati alla percezione del dolore e alla neuroinfiammazione, tra cui si possono citare i recettori degli endocannabinoidi su cui la combinazione agisce modulando i livelli dei principali endocannabinoidi come l'anandamide.
Questa scoperta apre nuove prospettive per lo sviluppo di integratori o trattamenti nutraceutici in grado di supportare il sistema nervoso centrale e contribuire al sollievo dal dolore in modo naturale e meno aggressivo rispetto ai tradizionali farmaci.