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Tutte le news su NODES e il suo ecosistema dell’innovazione: progetti, partner, annunci e eventi.

Aree Spoke
6. Agroindustria primaria
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6. Agroindustria primaria
Incontro tra il team RM1 di Formidabilae, istituzioni locali e impresa agricola per discutere il modello di cascina del futuro tra agricoltura, energia e comunità
Martedì 24 giugno si è tenuto, presso la sala consiliare del Comune di Sant’Alessio con Vialone, un incontro tra il team del Research Module 1 del flagship project Formidabilae, la sindaca Ivana Maria Cartanì e l’imprenditore agricolo di Tenuta Vialone, Stefano Lamberti.   Il confronto è nato con l’obiettivo di approfondire le prospettive di sostenibilità futura dell’impresa agricola e di riflettere sul ruolo che la cascina del futuro può assumere come spazio produttivo, energetico e sociale, in risposta alle sfide ambientali e territoriali del presente. Il lavoro del Research Module 1 condotto dal laboratorio AUDE Lab del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Pavia propone una riconfigurazione della tradizionale azienda agricola lombarda come modello ideale di fattoria agro-energetica, capace di coniugare innovazione tecnologica, cura del paesaggio, autonomia energetica e valori comunitari. Durante l’incontro, i progettisti Prof. Carlo Berizzi e Prof.ssa Nadia Bertolino, con il supporto delle tirocinanti di ricerca Adele Bianchi e Beatrice Zanetti, hanno illustrato gli esiti preliminari di una sperimentazione progettuale condotta su Cascina Vialone, trasformata in caso studio per esplorare modelli alternativi di agricoltura e gestione del territorio.   La collaborazione tra ricerca, istituzioni e attori economici locali si è confermata una leva strategica per promuovere innovazione ad alto impatto sociale, e sarà oggetto di restituzione pubblica attraverso la mostra “Coltivare il futuro: agricoltura, energia, comunità”, a cura del team AUDE Lab, in programma per l’autunno 2025.   L’iniziativa si inserisce nel più ampio impegno del progetto NODES nello sviluppo di modelli sostenibili di innovazione agroindustriale capaci di generare valore territoriale e collettivo.  
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Evento di presentazione dei risultati di SmartSilo: silos intelligenti al servizio della zootecnia
Il 12 giugno 2025 si è svolto il convegno finale del progetto SmartSilo, PoC industriale dello Spoke 6 finanziato attraverso la Linea A dei Bandi a Cascata. L'evento si è tenuto presso la sede di SIVAM S.p.A. Insieme alla Società Agricola Berticelli Luigi S.S. e al centro di ricerca CERZOO, circa 30 tra allevatori e operatori del settore lattiero-caseario si sono confrontati per condividere i principali risultati ottenuti.   Durante l’incontro è stato presentato un sistema di silos intelligenti dotati di celle di carico elettroniche in grado di monitorare da remoto il consumo quotidiano di mangimi e integratori. Grazie alla digitalizzazione del monitoraggio e all’impiego di sensori avanzati come i boli ruminali, il progetto ha permesso di migliorare l’efficienza logistica, ridurre gli sprechi e gli imballaggi, e ottimizzare la dieta delle bovine secondo i principi della nutrizione di precisione.   Il prof. Francesco Masoero ha illustrato il contributo scientifico di CERZOO alla validazione sperimentale del sistema, sottolineandone i benefici in termini di sostenibilità ambientale e benessere animale.   L’evento ha evidenziato il ruolo cruciale della digitalizzazione nel rendere più efficiente e resiliente la filiera del latte, in linea con gli obiettivi di Spoke 6. A breve prenderà avvio la fase di divulgazione su larga scala dei risultati, per promuovere l’adozione del sistema SmartSilo in altre realtà del settore.  
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Il progetto VINO al RRSW 2025: monitoraggio avanzato dei vigneti con dati radar e ottici
  Il 28 maggio 2025, il prof. Fabio Dell’Acqua (Università di Pavia) ha presentato i primi risultati raggiunti dal suo Research Module nell'ambito del progetto bandiera VINO al Radar and Remote Sensing Workshop (RRSW) organizzato da GTTI.   Lo studio, realizzato in collaborazione con il Microwave Remote Sensing Lab (MRSLab) dell’Indian Institute of Technology Bombay e il Telecommunication and Remote Sensing Lab dell'Università di Pavia propone un approccio innovativo al monitoraggio dei vigneti, combinando indici ottici della vegetazione e indici radar multipolarizzati. Il caso studio si è concentrato sui vigneti della Valle Versa, contribuendo allo sviluppo di pratiche agricole più sostenibili e data-driven.   L’attività si estende ora alla regione dell’Armenia, con dati radar full-pol raccolti grazie al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (progetto AO “ID 910 actirs4env-nodes”) sui vigneti di Trinity Canyon Vineyards, dotati di sensoristica in situ. In collaborazione con il CENS NAS RA, si stanno analizzando le correlazioni tra risposta radar e sviluppo stagionale della vite, anche grazie alla presenza in loco del co-autore Andrea Bergamaschi (UniPV) in mobilità Erasmus+.   Tra gli sviluppi futuri, la modellazione della retro-diffusione radar dei filari di vite in collaborazione con il prof. Ferdinando Nunziata della Sapienza – Università di Roma. Il progetto rafforza così la rete internazionale e multidisciplinare di Spoke 6, contribuendo all’innovazione digitale per l’agroindustria sostenibile.   Questa esperienza conferma il valore strategico dell’internazionalizzazione della ricerca promossa dallo Spoke6, favorendo sinergie tra atenei, centri di eccellenza e imprese a livello globale per lo sviluppo di soluzioni digitali e sostenibili nell’agroindustria primaria.  
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Evento finale per APNR: innovazione agronomica e strategie di mercato per il Pinot Nero
Il 30 maggio si è svolto presso l’Azienda Agricola Prime Alture Srl, in collaborazione con Geosmartcampus Srl, l’evento finale del progetto APNR – Academy del Pinot Nero Research, POC industriale finanziato nell’ambito dei Bandi a Cascata – Linea A, dedicato allo sviluppo di tecnologie e strategie innovative per la valorizzazione della filiera del Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese.   Il progetto ha previsto due ambiti di intervento complementari: ricerca e sperimentazione in vigneto, con l’installazione di impianti pilota, e ricerca di mercato, focalizzata sull’analisi delle preferenze dei consumatori e sul posizionamento strategico del prodotto. Tra le innovazioni testate in campo, particolare rilievo ha assunto l’impiego della pacciamatura interfilare, una tecnica agronomica che prevede la semina autunno-vernina di un inerbimento temporaneo, successivamente trinciato e convogliato sottofila grazie a una macchina trincia andanatrice bi-filare. Il materiale pacciamante, proveniente dallo stesso ecosistema vigneto, ha mostrato un’efficace azione soppressiva sulle infestanti durante il resto della stagione, riducendo significativamente la necessità di ulteriori interventi e valorizzando gli scarti vegetali in ottica circolare.   Un secondo intervento ha riguardato l’uso di reti ombreggianti, capaci di modulare la trasmissione della radiazione solare tra il 20% e il 70%, con effetti positivi sia sulla protezione dei grappoli dalle scottature sia sulle performance agronomiche. I dati raccolti hanno evidenziato un incremento della produzione (127 kg sul filare con rete vs 124 kg senza rete; 2,12 kg/ceppo vs 1,87 kg/ceppo), un miglior bilanciamento tra vegetazione e frutto, una riduzione della necessità di interventi di palizzatura e un minor impatto di malattie fungine, con fogliame rimasto verde e sano fino alla raccolta.   Sul fronte della ricerca industriale, APNR ha condotto un’indagine strutturata in due fasi. La ricerca qualitativa ha esplorato le emozioni, le narrazioni e le preferenze dei consumatori, coinvolgendo sommelier, chef e wine lovers per individuare insight utili alla costruzione di uno storytelling efficace e all’individuazione di nuove occasioni di consumo. La successiva ricerca quantitativa ha esteso questi risultati a un campione rappresentativo di bevitori di vino, identificando target prioritari e strategie di comunicazione mirate per attrarre nuovi consumatori e consolidare il posizionamento del Pinot Nero.   Il progetto APNR ha rappresentato un esempio concreto di come l’integrazione tra innovazione tecnica e ricerca di mercato possa generare ricadute reali per le imprese vitivinicole, supportando la transizione verso pratiche più sostenibili, competitive e attente alla qualità percepita dal consumatore.  
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Evento di chiusura del progetto SPIDAP: intelligenza artificiale e sensoristica per l’agrumicoltura di precisione in Sicilia
Il 22 maggio, presso la sede del GAL Terre di Aci ad Acireale (CT), si è svolto l’evento di chiusura del progetto SPIDAP – Sviluppo di una Piattaforma Digitale basata su Intelligenza Artificiale per Agrumicoltura di Precisione, finanziato attraverso la Linea Mezzogiorno dei Bandi a Cascata. Il progetto, nato dalla sinergia tra le PMI siciliane Agrigeos e Lualtek e l’Istituto CNR-IMEM di Parma, ha integrato intelligenza artificiale, sensoristica avanzata e analisi agronomica per ottimizzare l’uso dell’acqua e aumentare la sostenibilità delle colture agrumicole. Un modello innovativo per l’agricoltura 4.0, a partire dalle specificità del territorio. L’incontro, moderato dalla dott.ssa Mariarita Zappalà (Agrigeos), è stato aperto dai saluti istituzionali della dott.ssa Anna Privitera (GAL Terre di Aci), che ha ribadito il ruolo del GAL come promotore di innovazione agricola, e dell’ing. Chiara Ferroni, che ha ricordato i numeri e i risultati del programma, con oltre 300 imprese coinvolte anche nel Mezzogiorno. Il dott. Salvo Nicolosi (Agrigeos) ha infine evidenziato l’importanza della collaborazione tra PMI e centri di ricerca per l’innovazione nel settore primario. Durante la sessione tecnica, il dott. Marco Acciai (Agrigeos) ha illustrato i risultati ottenuti con il sistema Plantarray e il sensore Bioristor, quest’ultimo presentato dalla dott.ssa Michela Janni (CNR-IMEM), che ha spiegato come il dispositivo sia in grado di monitorare lo stato fisiologico delle piante in tempo reale. Il dott. Luca Occhipinti (Lualtek) ha poi mostrato l’integrazione dei dati agronomici per la creazione di un modello predittivo per l’irrigazione di precisione. L’evento si è concluso con la volontà condivisa di proseguire la raccolta e l’elaborazione dei dati per affinare ulteriormente il modello sviluppato, consolidando una collaborazione che rappresenta un esempio virtuoso di innovazione al servizio della filiera agrumicola siciliana.  
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DigiFarm: concluso con successo il progetto per una zootecnia più efficiente e sostenibile
Si è concluso DigiFarm, POC industriale finanziato attraverso il bando a cascata Linea A, sviluppato per offrire strumenti innovativi alle aziende del settore lattiero-caseario, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza nutrizionale ed economica nella produzione di latte. Al centro del progetto, una sfida ben nota agli allevatori: i costi alimentari possono rappresentare fino al 60% del costo totale di produzione. DigiFarm ha affrontato questo nodo sviluppando un modello di valutazione semplice, efficace e facilmente applicabile, basato su un sistema di indicatori aggregati in grado di restituire una fotografia chiara delle performance aziendali, anche con dati minimi raccolti sul campo. Il punto di forza del modello risiede nella sua accessibilità: non richiede bilanci aziendali complessi e può essere adottato anche da realtà di piccole e medie dimensioni, che costituiscono la maggioranza del comparto zootecnico italiano. Attraverso una lettura integrata di dati tecnici ed economici, DigiFarm permette di superare i limiti degli indicatori parziali, spesso soggetti a variabilità esterne come l’andamento del mercato dei mangimi o del prezzo del latte. Il modello consente di identificare con precisione le aree di intervento, migliorando l’efficienza produttiva e la sostenibilità economica delle aziende coinvolte. I risultati emersi durante l’implementazione confermano la validità dell’approccio: buona efficienza alimentare, qualità del latte soddisfacente e capacità di copertura dei costi anche in contesti di mercato meno favorevoli. Oltre ai vantaggi operativi, DigiFarm ha avuto un impatto positivo anche in termini di formazione e crescita professionale, rafforzando le competenze dei partecipanti nell’analisi dei dati zootecnici, nella costruzione di modelli di efficienza e nel trasferimento delle conoscenze tecniche al mondo produttivo. DigiFarm rappresenta un esempio concreto di come l’innovazione digitale possa supportare la transizione del settore agroalimentare verso modelli più resilienti, sostenibili e orientati alla qualità, in linea con le priorità della nuova agricoltura europea.  
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Il progetto VINO al centro della scena EGU 2025: ricerca e innovazione per la sostenibilità nei vigneti
La sessione “Soil management practices and land degradation in vineyards”, tenutasi il 29 Aprile alla European Geosciences Union General Assembly 2025 (EGU) di Vienna, ha visto la partecipazione attiva dei ricercatori dell’Università di Pavia. Claudia Meisina ha presieduto la sessione, coordinando un confronto scientifico internazionale sui temi del degrado del suolo e delle pratiche sostenibili in viticoltura.   I contributi presentati derivano dalle attività di ricerca sviluppate nell’ambito del progetto bandiera VINO e hanno coperto un ampio spettro di temi. Massimiliano Bordoni, Valerio Vivaldi e Claudia Meisina hanno illustrato modelli di previsione di franosità, caratterizzazione idrogeologica e analisi della vulnerabilità su versanti vitati. Fabio Dell’Acqua ha proposto un approccio di mappatura automatizzata della gestione interfilare nei vigneti tramite immagini satellitari e Bezier curves. Diego Ravazzolo ha illustrato un modello di flusso superficiale per l’analisi dell’erosione in contesti agricoli. Tra i poster on-site, Antonio Gambarani, Matteo Giganti e nuovamente Bordoni, Vivaldi e Meisina hanno presentato studi sull’applicazione di soluzioni nature-based, la quantificazione del degrado del suolo e la proiezione della vocazionalità territoriale per le colture arboree.   L’evento ha evidenziato la qualità e la rilevanza dei risultati prodotti dal progetto VINO, promuovendo un dialogo interdisciplinare tra geoscienze, tecnologie digitali e pratiche agricole sostenibili. 🔗 Approfondisci la sessione: https://meetingorganizer.copernicus.org/EGU25/session/52887  
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Collaborazione internazionale e agroecologia applicata: un’esperienza formativa per il Corso di Laurea in Agri-Food Sustainability
Dal 22 al 24 aprile 2025, gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Agri-Food Sustainability dell’Università di Pavia hanno partecipato a un’esperienza formativa intensiva nell’ambito del corso "Sustainable Grass Crops, Integrated Production, Organic Farming" (9 ECTS), erogato nell'ambito delle attività dello Spoke6. Coordinato dalla docente Valentina Vaglia (Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente), il corso ha ospitato la visiting professor Anna Peterson della Swedish University of Agricultural Sciences (SLU), offrendo agli studenti un’opportunità concreta di confronto con esperienze accademiche e pratiche internazionali sui temi dell’agroecologia e della sostenibilità dei paesaggi agricoli. L’esperienza didattica ha incluso visite sul campo presso l’azienda agricola “I Doria” di Montalto Pavese (PV) e attività di gruppo focalizzate su sfide reali: agrivoltaico, gestione del suolo e del bosco, diversificazione colturale. Grazie alla collaborazione con ricercatori e professionisti europei, gli studenti hanno potuto affrontare problemi concreti attraverso un approccio interdisciplinare e progettuale. Ispirandosi anche a riferimenti storici come l’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, i partecipanti sono stati chiamati a immaginare scenari di trasformazione sostenibile per l’azienda agricola al 2050, con un forte radicamento nel contesto locale e un’attenzione ai principi della giustizia ambientale e della resilienza.  
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Tre aziende pavesi protagoniste della Student Challenge lanciata da Spoke 6 e Università di Pavia
Tre aziende agricole del pavese sono state selezionate per partecipare attivamente al progetto all’interno dello Spoke 6, dedicato alla sostenibilità e digitalizzazione delle produzioni agricole e zootecniche destinate alla trasformazione industriale. Le imprese coinvolte sono:   Il Sabbione di Alice Zanaboni, con sede a Robecco Pavese (PV) Azienda agricola Frigerio Anna Maria, Voghera (PV) Azienda agricola Luca Bonizzoni, Casteggio (PV)   Le sfide proposte da queste realtà sono state presentate il 14 marzo agli studenti durante il corso di Advanced Digital Marketing, all'interno del percorso di laurea Magistrale in Comunicazione Digitale, dando così il via a un percorso di didattica innovativa basata sul metodo “learning by doing”. Gli studenti saranno organizzati in team multidisciplinari e accompagnati dalla Prof. Elisa Conz per sviluppare idee, progettualità e soluzioni innovative in risposta alle esigenze delle aziende proponenti. L’obiettivo è duplice:   Offrire agli studenti l’opportunità di confrontarsi con casi aziendali reali, acquisendo competenze pratiche e progettuali in un contesto stimolante e autentico. Consentire alle aziende di incontrare giovani talenti e scoprire soluzioni innovative applicabili al proprio contesto produttivo e comunicativo.   Gli studenti avranno tempo fino a giugno per sviluppare piani di digital marketing in grado di migliorare l’awareness e l’engagement dei brand oggetto della proposta. Grande attenzione verrà data alla competitività a livello nazionale e internazionale: i piani devono prevedere strategie mirate che sappiano valorizzare l’autenticità e la qualità dei prodotti locali, contribuendo a posizionare i brand in modo distintivo nei mercati italiani e globali.  
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26 espositori al Roadshow di Primavera dello Spoke 6 per parlare di sostenibilità e digitalizzazione nell’agroindustria primaria
Il 4 Aprile si è tenuto il Roadshow di primavera dello Spoke 6, promosso dall'Università degli Studi di Pavia in collaborazione con la Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, dedicato alla sostenibilità e digitalizzazione nell'agroindustria primaria. Oltre 100 partecipanti e 26 aziende espositrici hanno avuto l'opportunità di conoscere e mettere in mostra i risultati finora ottenuti nel settore, con un’ampia esposizione delle tecnologie e dei prototipi sviluppati (proof of concept), partecipando a confronti aperti sulle ultime novità della ricerca e dei risultati dei dottorati industriali e ad incontri one-to-one di approfondimento. Ad aprire i lavori il rettore Francesco Svelto: «La nostra Università è impegnata nell’ecosistema territoriale e nel comparto agroalimentare, pur non avendo mai avuto una Facoltà di Agraria o un’area dipartimentale dedicata. Partecipiamo a un macro-ecosistema che coinvolge l’Università degli Studi di Torino, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, l’Università degli Studi di Sassari e il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, riconoscendo il valore agricolo del territorio. Abbiamo investito circa 4,5 milioni di euro, anche a favore di imprese dell’Oltrepò. È la strada giusta da seguire». Presente anche Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato: «La provincia di Pavia ha una forte vocazione agricola: Lomellina con il riso, Oltrepò con la vite, innovazioni su olio e ulivi, allevamenti per il Grana Padano. L’Università di Pavia, eccellenza sanitaria, ha accettato la sfida dell’agricoltura. Questo progetto è importante per il territorio e per tutta l’Italia. In Lomellina abbiamo il primo campo sperimentale sulle TEA, tecniche che miglioreranno la genetica delle piante, in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea». Hermes Giberti, professore dell’Università di Pavia e project manager di NODES - Spoke 6, ha sottolineato: «L’agroindustria primaria è complessa. Con i progetti VINO e FORMIDABILÆ puntiamo a innovazioni per affrontare il cambiamento climatico nella viticoltura e a promuovere fattorie intelligenti e resilienti nel lattiero-caseario. Con la fiera di NODES Spoke 6 presentiamo 18 progetti di ricerca e sviluppo, 3 servizi per l’innovazione, 2 dottorati industriali, 2 prototipi e una nuova startup. Abbiamo destinato quasi 4 milioni di euro a bandi per le imprese e quasi 1 milione di euro ai proof of concept accademici per la creazione di nuove imprese». Enrico Ciabatti, vicesegretario della Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia, ha aggiunto: «Abbiamo sostenuto l’iniziativa con oltre 6,5 milioni di euro tramite Pavia Sviluppo. Un milione e 650 mila euro sono stati destinati al Bando Innovazione, oltre un milione a contributi per l’abbattimento dei tassi d’interesse. Portiamo avanti anche due iniziative PID: il Punto Impresa Digitale, per la digitalizzazione delle imprese, e il Pavia Innovation District, per supportare le PMI nello sviluppo e nel networking».  
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L'energia rinnovabile che viene dalle piante: intervista alla Dottoranda NODES Ilaria Brugellis
Laureata in Scienze della Natura con una tesi focalizzata sulla conservazione di habitat prativi aridi lombardi, Ilaria Brugellis è anche vincitrice del premio di Laurea 2022 “Fondazione Grazioli” dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Da sempre impegnata in attività volontaristiche e no-profit in ambito ambientale e sociale, Ilaria è ora dottoranda nel Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Pavia. Ilaria contribuisce al progetto VINO con il suo lavoro di ricerca sull’uso di tecnologie bioelettrochimiche nell’industria vitivinicola.   NB: Il progetto VINO esplora l’uso di tecnologie bioelettrochimiche per valorizzare i sottoprodotti dell’industria vitivinicola. In che modo le Plant Microbial Fuel Cells (PMFC) potrebbero contribuire a questa missione e quali sono le sfide principali? IB: Le Plant Microbial Fuel Cells (PMFC) possono diventare uno strumento estremamente rilevante per le aziende agricole che vogliono rafforzare la loro continuità nel mercato, affrontando gli effetti del cambiamento climatico. In particolare, le PMFC consentono di monitorare vari parametri ambientali, come la temperatura e l'umidità, permettendo alle aziende di ottimizzare la loro produttività e ridurre gli impatti ambientali. Le principali sfide sono la ricerca di materiali durevoli per l'uso all’aperto, che richiedano una manutenzione minima, e la selezione di piante che massimizzino l’attività elettrica, arricchendo nel contempo il territorio e favorendo la conservazione della biodiversità. *** NB: Essere parte di NODES e lavorare nel contesto di VINO ha avuto un impatto significativo sul suo lavoro? Ci sono collaborazioni o risultati che ritiene particolarmente rilevanti? IB: Appartenere alla rete NODES ha avuto un grande impatto sul mio lavoro. Ho partecipato a numerosi eventi che mi hanno permesso di affinare le mie competenze, oltre a farmi comprendere meglio il mio contributo alla ricerca in ambito tecnologico e ambientale. In particolare, le Assembly sono stati momenti molto costruttivi in cui ho potuto vedere quanto lavoro ci sia dietro a una rete di conoscenze così ampia. Nel contesto di VINO, ho avuto l’opportunità di collaborare con ricercatori altamente qualificati che, come me, stanno testando tecnologie che potrebbero portare a un futuro più rispettoso della natura. Questo è un aspetto fondamentale per chi vuole restare competitivo nei prossimi anni. *** NB: Dal punto di vista della scalabilità, quali passi ritiene essenziali affinché le PMFC possano diventare una soluzione concreta e competitiva per il settore agroindustriale? IB: Ci sono diversi passi fondamentali per la scalabilità delle PMFC. Innanzitutto, è cruciale aumentare l’efficienza energetica, migliorando la resa elettrica per unità di superficie coltivata. Inoltre, bisogna ottimizzare le specie vegetali coinvolte per massimizzare la produzione di elettricità. Altrettanto importante è la riduzione dei costi di produzione e manutenzione, con l’utilizzo di materiali elettrodici economici e sostenibili. L’automazione del monitoraggio e della gestione dei sistemi consentirebbe di ridurre i costi operativi. In parallelo, è necessario sviluppare sinergie con pratiche di agricoltura di precisione e gestione delle acque, come nel caso dell’idroponica. Un altro passo fondamentale è testare le PMFC su larga scala, passando da esperimenti di laboratorio a installazioni pilota in campo, per valutare la resa energetica in condizioni climatiche diverse e con varie tipologie di suolo. Infine, è importante evidenziare il valore aggiunto delle PMFC, che riducono l’impronta ecologica rispetto alle fonti energetiche tradizionali. Unendo questi passi, alcune delle quali sono già in fase di sviluppo nel nostro team, le PMFC diventeranno una tecnologia scalabile e attraente per il settore agroindustriale.      
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Panel NODES al Congresso TerraEnvision: aperta la call for abstracts
Anche nel 2025 il progetto NODES sarà presente alla conferenza TerraEnvision, che si terrà presso l’Università di Granada (Spagna) dall’8 all’11 luglio 2025.  La sessione NODES NH1: Innovative solutions for increasing resilience to water-related hazards and soil erosion in agricultural areas è coordinata da Valerio Vivaldi e Valentina Vaglia (Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente, Università di Pavia) e Chiara Toffanin e Fabio Dell’Acqua (Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione, Università di Pavia). La sessione ha l’obiettivo di evidenziare il ruolo fondamentale delle Nature-Based Solutions (NbS) nella riduzione dei rischi idrogeologici negli agro-ecosistemi. La call accoglie contributi interdisciplinari nei campi dell’agronomia, geologia, ingegneria e idrogeologia, con particolare attenzione all’uso del telerilevamento e del rilevamento prossimale per il monitoraggio delle NbS negli agro-ecosistemi, nonché alle simulazioni numeriche e fisiche, come i modelli di machine learning, per analizzare gli effetti delle NbS e dei cambiamenti climatici. L’obiettivo è fornire strumenti concreti per agricoltori e decisori politici, mettendo in luce come le NbS possano rafforzare la resilienza ai rischi idrogeologici nelle aree agricole. 🔹 Deadline per l’invio degli abstract: 15 aprile 2025 🔹 Call for Abstracts: terraenvision.eu/call-for-abstracts-2025 Per maggiori informazioni, contattare la Dott.ssa Valentina Vaglia: valentina.vaglia@unipv.it
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Comunità energetiche rinnovabili in aree agricole: intervista alla Dottoranda NODES Oriana Benfatto
Oriana Benfatto, Dottoranda NODES al 3° anno nel corso di Dottorato in Ingegneria Elettronica, Informatica ed Elettrica (ciclo 38), ci parla del suo progetto di ricerca "Sustainable services for agricultural areas: renewable energy communities and micro-grids", condotto sotto la supervisione della Prof.ssa Norma Anglani del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell'Informazione dell'Università di Pavia. Il progetto, sviluppato nell'ambito del flagship project FORMIDABILAE, si concentra sull’integrazione di energie rinnovabili e comunità energetiche per migliorare la sostenibilità nelle aree agricole.   NB: Le comunità energetiche rappresentano un'opportunità per rendere il settore agricolo più sostenibile ed efficiente. Quali sono, secondo te, i principali ostacoli da superare per una loro adozione su larga scala? OB: Le comunità energetiche offrono un’opportunità per rendere l’agricoltura più sostenibile, ma incontrano ostacoli. Uno dei principali è la stabilità della rete elettrica: le rinnovabili, pur cruciali, sono variabili e richiedono sistemi di accumulo e strategie avanzate. Inoltre, la scarsa conoscenza del concetto tra agricoltori e cittadini limita l’adesione, rendendo necessaria maggiore sensibilizzazione. Anche la burocrazia frena lo sviluppo, con procedure complesse e incertezze sugli incentivi. Per superare queste sfide servono norme più chiare, incentivi mirati e tecnologie di accumulo e gestione intelligente dell’energia, così da garantire una transizione sostenibile e inclusiva. *** NB: Il progetto FORMIDABLE mira a sviluppare soluzioni innovative per migliorare l’efficienza energetica nel settore agroindustriale. Qual è il contributo specifico della tua ricerca in questo contesto e quali sono le tecnologie più promettenti su cui stai lavorando? OB: Nel contesto del progetto FORMIDABLE, la mia ricerca si concentra sul caso studio di una stalla, valutando carichi elettrici e convertitori per renderla il più possibile autosufficiente e indipendente dalla rete elettrica. In particolare, studio il controllo di inverter grid-forming e grid-following per garantire la stabilità del sistema, ottimizzando il flusso di energia tra fonti rinnovabili, accumuli a batterie e carichi critici come sistemi di mungitura e raffreddamento del latte. Parallelamente, analizziamo i comuni serviti dalla stessa cabina primaria, valutando il potenziale fotovoltaico installabile sui tetti attraverso tecniche di analisi geospaziale e confrontando la produzione stimata con i consumi ottenuti da banche dati nazionali. Questo permette di stimare il grado di autosufficienza della comunità e il dimensionamento ottimale del sistema. L’obiettivo finale è sviluppare un modello replicabile per la creazione di comunità energetiche autosufficienti, favorendo la diffusione di tecnologie avanzate per l’efficienza energetica e l’integrazione delle rinnovabili nel settore agroindustriale. ***  NB: Far parte dell’ecosistema NODES e di un flagship project come FORMIDABILAE ti ha offerto nuove prospettive o collaborazioni che hanno arricchito il tuo percorso di ricerca? Quali risultati hai raggiunto finora? OB: Essere coinvolta nel progetto NODES  mi ha permesso di collaborare con il laboratorio AUDE dell’Università di Pavia, favorendo un dialogo interdisciplinare. Questo ha arricchito il mio percorso, consentendomi di analizzare le comunità energetiche sotto aspetti tecnici, architettonici e urbanistici. Ho visitato centri di ricerca e aziende agroindustriali, osservando tecnologie e sfide pratiche legate alle rinnovabili. Ho sviluppato un modello simulativo per valutare l’autosufficienza energetica di una stalla e della comunità collegata, combinando analisi dei carichi e potenziale fotovoltaico. Inoltre, ho approfondito il controllo di inverter grid-forming e grid-following per migliorare la stabilità della rete locale, proponendo soluzioni replicabili per il settore agroindustriale.    
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6. Agroindustria primaria
Intervista al team 'DEMETRA' vincitore del pitch competition del percorso di avvicinamento all’imprenditorialità di Spoke 6
Il prof. Marco Carnevale, del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell'Informazione dell'Università di Pavia, coordinatore del team di ricerca del POC accademico DEMETRA e vincitore del pitch competition bandito in occasione della prima edizione di NODES Academy: Agroindustria Primaria, racconta gli sviluppi del progetto e anticipa quali saranno i prossimi step:   NB: Di cosa si occupa il progetto DEMETRA? MC: DEMETRA sviluppa un ambiente di training in realtà virtuale per operatori agricoli. Il proof of concept riguarda la potatura del nocciolo, ma il sistema può essere esteso ad altre attività e all’uso di macchinari, permettendo la formazione senza vincoli stagionali o necessità di un campo fisico. *** NB: Quali sono i principali vantaggi della formazione in realtà virtuale? MC: Il primo è il superamento della stagionalità: attività come la potatura possono essere apprese in qualsiasi momento, riducendo i costi e migliorando la disponibilità di personale qualificato. La realtà virtuale garantisce anche una formazione standardizzata, con monitoraggio e valutazione delle performance. Inoltre, l’uso di avatar interattivi facilita l’apprendimento per operatori di diverse lingue e background. La digitalizzazione del settore agricolo può anche attrarre giovani operatori, migliorando la percezione dell’agricoltura come ambito tecnologicamente avanzato. *** NB: Quali competenze disciplinari sono coinvolte? MC: Il progetto richiede competenze di modellazione digitale, interazione uomo-macchina e simulazione avanzata. Il nostro gruppo di robotica industriale ha sviluppato interfacce aptiche che permettono di percepire il contatto con gli strumenti virtuali e riprodurre la sensazione del taglio del ramo. Inizialmente, abbiamo sviluppato un guanto sensorizzato con feedback tattile. Successivamente, lo abbiamo sostituito con l’integrazione di utensili reali, come la cesoia fornita da Pellenc, per aumentare il realismo della simulazione. Il DICAR, con il Laboratorio Sperimentale di didattica e ricerca DAda-LAB, ha contribuito alla creazione degli ambienti virtuali e alla produzione di prototipi digitali parametrici delle piante a partire da una modellazione reality-based da scansioni LIDAR e acquisizioni fotogrammetriche. Il campo sperimentale dell'Università Cattolica di Milano è stato utilizzato per acquisire dati reali e costruire una rappresentazione digitale accurata. Abbiamo anche integrato un tapis roulant multidirezionale Infinadeck, primo esemplare in Italia, che consente agli utenti di muoversi liberamente nello scenario virtuale, superando i limiti delle tecnologie tradizionali. ***  NB: Quali benefici ha apportato la collaborazione con NODES e ComoNExT? MC: Il bando NODES ci ha spinto a sviluppare non solo la tecnologia, ma anche il modello di business. Grazie all’Academy e ai facilitatori di ComoNExT, abbiamo acquisito competenze di analisi di mercato, identificato competitor e definito i vantaggi competitivi della nostra soluzione. Abbiamo capito che il nostro sistema può essere adottato non solo dalle aziende agricole, ma anche dagli istituti agrari e dai centri di formazione professionale. L’esperienza ci ha permesso di trasformare la nostra ricerca in una soluzione con potenziale industriale.  *** NB: Quali sono i prossimi passi? MC: Abbiamo vinto ulteriori 20 ore di supporto con l’incubatore, che stiamo utilizzando per approfondire l’analisi di mercato e validare il prodotto. Stiamo consolidando la collaborazione con Pellenc, integrando un loro utensile commerciale nella piattaforma per sostituire completamente il guanto aptico e rendere l’esperienza più realistica. Stiamo avviando collaborazioni con istituti agrari e aziende per testare la soluzione in contesti reali. L’Istituto Tecnico Agrario I.I.S. Galileo Ferraris di Vercelli  ha già manifestato interesse a partecipare alla validazione, il che ci aiuterà a definire meglio i contenuti didattici e ad adattare il sistema alle esigenze specifiche degli utenti. Inoltre, stiamo lavorando per co-progettare i moduli formativi con esperti del settore. La piattaforma dimostra la potatura del nocciolo, ma il nostro obiettivo è strutturare un percorso che integri anche conoscenze agronomiche e migliori la capacità decisionale dell’operatore. Infine, stiamo cercando finanziamenti per scalare il progetto e renderlo accessibile a scuole, aziende agricole e centri di formazione. Il nostro obiettivo è fare di DEMETRA una piattaforma di riferimento per la formazione agricola digitale, migliorando l’addestramento degli operatori e contribuendo all’innovazione del settore.    
Notizie
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6. Agroindustria primaria
Partecipazione alla Fiera A&T 2025: il DISAFA-UniTO e l’agricoltura del futuro
Il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino ha partecipato alla 19ª edizione della Fiera A&T, evento di riferimento per innovazione, tecnologie avanzate e competenze 4.0 e 5.0. Durante la manifestazione, il team ha presentato prototipi, progetti innovativi e materiali divulgativi, con un focus sulle soluzioni per un’agricoltura più efficiente e sostenibile sviluppate all'interno dello Spoke 6.   In questo contesto, il prof. Paolo Gay ha preso parte al convegno “Elettrificazione nelle macchine per l'agricoltura: nuove sfide e scenari”, svoltosi il 12 febbraio 2025 presso A&T Torino - Oval Lingotto Fiere. L’evento, organizzato dall’Università di Torino in collaborazione con Arproma e FederUnacoma, ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulle opportunità offerte dall’elettrificazione delle macchine agricole per migliorare l’efficienza energetica, ridurre le emissioni e integrare soluzioni avanzate per l’agricoltura di precisione.   Durante il convegno, esperti e professionisti del settore hanno analizzato le implicazioni tecnologiche, economiche e infrastrutturali di questa transizione, evidenziando le opportunità di crescita per le aziende del comparto. Il dibattito ha confermato il ruolo strategico dell’elettrificazione nel futuro dell’agricoltura, non solo in termini di sostenibilità ma anche di competitività internazionale.